Rudimentum, condotto da Nicola Porro, ha chiuso l’Assemblea Generale 2025 di Cisambiente Confindustria. L’appuntamento ha riunito istituzioni e vertici dell’Industria attorno al tema delle Materie Prime, con uno sguardo alle analisi di ISPRA, presentate dal suo Direttore Generale Maria Siclari, ed uno spazio dedicato al Protocollo di Intesa tra Cisambiente Confindustria e Anas, siglato nel corso dell’evento alla presenza dell’Esperto del Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Roberta Toffanin, con l’obiettivo di collaborare per la promozione dell’impiego, nelle opere infrastrutturali, di granulo e polverino di gomma derivanti da pneumatici Fuori Uso (PFU). Il settore é valorizzato da Cisambiente, che nel 2024 ha costituito GommAmbiente, la filiera dedicata al recupero di PFU.
In rappresentanza del MASE, è intervenuta Roberta Toffanin, Esperto del Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, che, al momento della firma del protocollo, ha dichiarato: “Sono onorata di partecipare a questo momento che rappresenta la realizzazione di qualcosa di concreto attraverso la messa in rete perché facendo squadra, si vince. Ci sono cambiamenti repentini ma noi stiamo lavorando per farci trovare pronti”.
Rudimentum, nella sua accezione di elemento basilare, è un implicito rimando ai materiali alla base della produzione industriale. Nel contesto dell’attuale riflessione europea sulla difficoltà di approvvigionamento delle materie prime, Cisambiente Confindustria si è focalizzata sul ruolo strategico delle attività di recupero e riciclo che, attraverso processi innovativi e tecnologie di ultima generazione, permettono di trasformare i rifiuti in risorse, ricavando materie da reimmettere nel ciclo produttivo.
Il tema del recupero di materie da rifiuti è stato analizzato nei suoi molteplici risvolti a vantaggio del Paese: dalla riduzione della dipendenza dalla fornitura estera, rafforzando l’autonomia e la competitività dell’Industria italiana, alla diminuzione del volume di materiali conferiti in discarica, in linea con gli obiettivi dell’Unione Europea, fino alla possibilità di aprire nuovi mercati. Nell’ambito dell’analisi condotta dalle voci istituzionali, si sono inserite le testimonianze con esperienze concrete dei protagonisti di settori chiave dell’Industria: energia, infrastrutture, gomma e plastica.
“Abbiamo in Italia una miniera di risorse preziose, che sono i nostri rifiuti – ha dichiarato il Direttore Generale di Cisambiente Confindustria Lucia Leonessi – Da elettrodomestici, abiti o pneumatici fuori uso si recuperano materie da reintrodurre nella Produzione. In quest’ottica è nato il Protocollo di intesa con Anas, azienda che sta puntando sull’uso di materiali riciclati nelle infrastrutture. L’accordo siglato oggi conferma l’attività di Cisambiente Confindustria al fianco delle aziende che investono in percorsi virtuosi e testimonia l’impegno per consolidare un modello di industria competitiva e capace di soluzioni avanzate e sostenibili. Il comparto della gomma sta investendo molto sul recupero. Gli pneumatici fuori uso, i PFU, un tempo si ammassavano in aree del territorio creando vere e proprie discariche abusive. Oggi dai PFU si ricavano materiali utili in diversi ambiti, come il granulato di gomma, impiegato per la pavimentazione delle palestre, o il polverino per la realizzazione dell’asfalto stradale, che offre elevate capacità drenanti e garantisce una copertura stabile, meno soggetta a cedimenti; quindi materiali che possono essere impiegati in maniera innovativa per opere infrastrutturali. Anche il settore dei RAEE, Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche, sta conoscendo sviluppi importanti – ha proseguito il DG Leonessi – Grazie a impianti che impiegano nuove tecnologie, dalle schede elettroniche dei nostri telefonini oggi possiamo estrarre metalli preziosi, come oro e argento, oltre a rame e palladio. Bisogna, però, lavorare sulla riorganizzazione dei centri di coordinamento, in modo che ci sia un controllo centrale a livello dello stato. Abbiamo le risorse in casa, la nostra Industria sta lavorando per recuperarle in modo strategico”.
“Anas, che gestisce oltre 32.000 km di strade e autostrade, ha fatto suo l’impegno per la sostenibilità – ha evidenziato l’Amministratore Delegato di Anas Claudio Andrea Gemme – Il Contratto di Programma 2021-2025 prevede investimenti per circa 44 miliardi di euro, con un focus sul potenziamento e la sicurezza della rete, incluse opere di mitigazione ambientale e l’uso di materiali riciclati. Abbiamo infatti avviato un percorso virtuoso per lo sviluppo di infrastrutture più sostenibili, in linea con gli obiettivi della Commissione Europea e in attuazione del recente decreto sui Criteri Ambientali Minimi (CAM). Stiamo sviluppando “strade intelligenti” per una mobilità green e portiamo avanti progetti di sensibilizzazione in collaborazione con istituzioni e realtà del settore. Il protocollo siglato oggi con Cisambiente Confindustria ne è una chiara testimonianza poiché rappresenta un esempio concreto di come la sostenibilità possa tradursi in soluzioni tecniche innovative. L’utilizzo del granulo di gomma riciclata non solo contribuisce alla riduzione dell’impatto ambientale, ma migliora anche le prestazioni e la durata delle infrastrutture, aumentando la sicurezza e riducendo i costi di manutenzione. È una scelta responsabile che coniuga efficienza, innovazione e attenzione per l’ambiente, in linea con la strategia di sostenibilità di Anas e della Capogruppo FS.”
In un contesto di crisi climatica, pressioni geopolitiche e scarsità di risorse, non possiamo più permetterci di sprecare nulla – ha sottolineato il Presidente di Cisambiente Confindustria Donato Notarangelo – Ciò che fino a ieri veniva visto come “scarto” è oggi opportunità industriale. Oggi più che mai, dobbiamo riconoscere che l’Italia ha una risorsa strategica sotto i nostri occhi: i rifiuti. Trasformarli in materie prime seconde è la chiave per affrontare le sfide ambientali, industriali ed energetiche del nostro tempo. Ogni tonnellata di rifiuto recuperato rappresenta un risparmio di materie vergini, una riduzione delle emissioni ed un’occasione di crescita per filiere industriali innovative e sostenibili. Ed è proprio da qui che riparte l’industria italiana: dalla capacità di chiudere il cerchio, ridurre la dipendenza da materie prime importate e rigenerare valore”.
“L”Europa, che ha puntato sull’elettrificazione, non ha pensato di costruire una propria filiera di approvvigionamento e oggi si ritrova prigioniera, con Pechino che gioca il ruolo di leader e detta le regole – ha chiosato il Respoinsabile del Reparto Materie Prime di Cisambiente Confindustria Gianclaudio Torlizzi – Per tutto il comparto delle materie prime, la situazione è da affrontare con urgenza: è sufficiente pensare che per circa 18 materie prime, tra le più richieste a livello mondiale, sono cinque i paesi produttori che controllano oltre il 50 per cento della produzione globale. Recentemente Bruxelles ha compiuto un passo in avanti con l’approvazione di 13 progetti strategici su materie prime critiche, con un investimento complessivo stimato di circa 5,5 miliardi di euro, ma si tratta pur sempre di timidi passi. Occorre sviluppare un piano per la raffinazione di metalli presenti in Europa”.
“Le Istituzioni come l’Industria devono vedere il rifiuto non come uno scarto ma come una materia prima – ha evidenziato Flavio Raimondo, Vice Presidente Haiki+ e Vice Presidente Cisambiente Confindustria – Il nostro Paese ha una deficienza strutturale di materie prime che invece si trovano in ogni tipologia di rifiuto, quindi metalli, carta, terre rare possono essere estratte dalle lavorazioni , per cui occorre una catena virtuosa nazionale, un sistema impiantistico all’avanguardia non può prescindere dalla velocità degli iter autorizzativi, il blocco delle esportazioni di rifiuti all estero che comporta una perdita dì competitività futura a favore di stati esteri non può più aspettare norme di contrasto, abbiamo in “casa” tutti i materiali nobili ma ci deve essere la volontà di utilizzarli senza se e senza ma”.
“Lo sviluppo dell’economia circolare è al centro del piano di transizione ecologica nazionale e, in questo contesto, è fondamentale costruire un modello avanzato a filiera corta che renda le politiche di transizione ecologica non solo sostenibili economicamente ma anche competitive per le aziende” – ha affermato Luca Dal Fabbro, Presidente del Gruppo Iren. “Il Gruppo Iren continua ad investire negli impianti per il riciclo, come il primo impianto europeo progettato per il trattamento delle schede elettroniche provenienti dai rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche di Terranova Bracciolini e in azioni di natura istituzionale come la costituzione dell’hub RigeneRARE, osservatorio per il recupero e riutilizzo di materie prime critiche e metalli preziosi”
“Il nostro Paese ha bisogno di una strategia integrata che associ l’economia circolare con una attività estrattiva condotta con criteri di sostenibilità ambientale, sociale ed economica – ha sostenuto il Direttore Generale di ISPRA Maria Siclari – Su questo punto anche il nuovo regolamento europeo è chiaro e molto severo, solo i progetti certificati come sostenibili accedono alle agevolazioni previste dal regolamento. Gran parte delle compagnie minerarie occidentali si sono ormai dotate di criteri ESG (Environmental, Social, Governance) per la valutazione della loro sostenibilità. Dobbiamo cercare, per quanto possibile, di trovare e coltivare, tramite compagnie certificate, le risorse con criteri a basso impatto ambientale in Europa e in Italia dove abbiamo normative ambientali e sociali che ci permetteranno di fare una reale transizione digitale ed ecologica”.
“Nell’ambito dei cavi, usando opportune materie prime, si puo riciclare oltre il 90% e quello che non è riutilizzabile può essere impiegato nei termovalorizzatori, ma senza emissioni di gas tossici o corrosivi – ha spiegato Albano Bragagni (Presidente Tratos Spa) – Alcune materie prime, come rame, alluminio, presenti in abbondanza nei cavi, e anche l’acciaio, possono essere riciclabili all’infinito. Questo per quanto riguarda i cavi di energia. Nel campo telecomunicazioni le materie principe utilizzate sono le poliolefine, anche queste in gran percentuale riciclabili”.
“L’Italia è tra le economie più sostenibili del G20, a conferma di un modello industriale avanzato e competitivo – ha concluso Lara Ponti, Vice Presidente Confindustria Transizione Ambientale e Obiettivi ESG – La nostra manifattura ha ridotto le emissioni del 17% in dieci anni, mantenendo al contempo alte performance in termini di produttività delle risorse e riciclo. L’economia circolare vale oggi il 2,7% del PIL e coinvolge oltre 600 mila addetti. Sono risultati concreti, che dimostrano come l’industria italiana sia già protagonista della transizione ecologica. Ora è il momento di consolidare questa leadership, rafforzando la capacità di innovazione, accelerando sugli investimenti e promuovendo un quadro europeo più omogeneo e favorevole. Le imprese sono pronte: serve un impegno comune per crescere in modo sostenibile e competitivo”.

