A Madrid il vertice delle Nazioni Unite con 196 Paesi, fino al 13 dicembre. A condurre i lavori il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres, che ha dichiarato: “Il mondo deve scegliere tra speranza e resa”.
Il mondo, tra speranza e resa
Questo l’amaro commento del segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, che, lo scorso 6 Dicembre, ha aperto i lavori della Cop25, ovvero il vertice delle Nazioni Unite sul clima che mette assieme i negoziatori di quasi duecento Paesi fino al prossimo venerdì 13 dicembre, il quale ha aggiunto: “Vogliamo veramente passare alla storia come la generazione che si comportata come lo struzzo, mentre il mondo bruciava?”. Entro il prossimo anno dovranno essere presentati i nuovi piani nazionali di azione sul clima, Guterres si aspetta che siano ambiziosi per poter raggiungere gli obiettivi sulle temperature previsti dall’accordo di Parigi.
Verranno discussi, nell’occasione il pacchetto di misure che si intende adottare al fine di realizzare l’obiettivo fissato mediante l’Accordo di Parigi per limitare il riscaldamento globale.
L’evento si è aperto con il passaggio di consegne alla presidenza di Carolina Schmidt, ministro dell’Ambiente del Cile, Paese in cui originariamente si sarebbero dovuti tenere i lavori ma che ha dovuto rinunciare a seguito dei disordini. Gli Stati Uniti manderanno una delegazione, malgrado il ritiro deciso da Trump dall’accordo di Parigi del 2015, che prevede l’obiettivo di contenere l’innalzamento della temperatura globale entro i 2 gradi rispetto all’epoca preindustriale.
La questione climatica è ancora aperta: i dati allarmanti
Purtroppo, le recenti evidenze statistiche pubblicate dall’Organizzazione meteorologica mondiale mostrano che i livelli di gas serra nell’atmosfera hanno raggiunto un nuovo record, ed in particolare i livelli globali medi di anidride carbonica hanno raggiunto 407,8 parti per milione nel 2018. La situazione è molto grave, dato che la soglia di 400 parti per milione veniva considerata come un punto di non ritorno.
L’Organizzazione ha sottolineato come, l’ultima volta che si è verificata una tale concentrazione è avvenuto nella preistoria, tra 3 e 5 milioni di anni fa, quando la temperatura era tra 2 e 3 gradi Celsius più calda e il livello del mare era da 10 a 20 metri più alto di oggi. In particolare negli ultimi cinque anni si sono registrati i livelli piu’ alti di temperatura e ciò rende piu’ probabili eventi meteorologici estremi e catastrofi varie. Entrambe i poli stanno subendo fenomeni di scioglimento ed il permafrost nell’Artico si sta scongelando 70 anni prima delle proiezioni.
Quanto basta per affermare che la misura è colma: “L’anno scorso dissi che avevamo bisogno di fare progressi sulla tassazione dei ricavi da carbone e assicurarsi che siano più costruite centrali a carbone dopo il 2020. Ma dobbiamo anche assicurare la transizione a una green economy sia una giusta transizione, in termini di impatto per i lavoratori, di nuovi posti di lavoro, di educazione e di reti sociali di sicurezza”.