Tempi lunghi per un “Green New Deal”

Proprio nei giorni precedenti il climate Action Summit dell’ONU che si è svolto il 23 settembre 2019, il mondo dell’economia ambientale è stato scosso dalla positiva notizia riguardante la volontà del governo di realizzare un decreto legge, denominato Green New Deal, con il con il quale si propone un nuovo corso alla gestione delle risorse ambientali in Italia.

Le difficoltà in Italia per un Green New Deal

 

Nonostante le intenzioni siano le migliori, immediatamente l’iniziativa dell’esecutivo ha trovato degli ostacoli per una sua positiva conclusione, dovuta allea mancanza delle risorse necessarie all’attuazione delle misure previste.

Tradotto in parole povere, posto all’esame del Consiglio dei Ministri, l’atto non ha trovato le necessarie coperture finanziarie per l’implementazione. Pertanto esso dovrà essere nuovamente esaminato insieme agli altri Ministeri, oltre quello dell’ambiente, individuati come principali attori delle prescrizioni previste. Tra i principali sostenitori, la Presidenza della Repubblica, che ha diffuso un documento, in vista del vertice di cui sopra, di cui sono firmatari ben 32 capi di stato e di governo, tra cui quello italiano, i quali chiedono, senza mezzi termini, di agire subito per destinare risorse finanziarie alla Green Economy.

Ritornando alla proposta di Decreto Legge, gli ostacoli che hanno bloccato la traduzione dello stesso in atto normativo, riguardano la serie di provvedimenti che, in via diretta oppure in diretta, originano la positiva riduzione delle emissioni di gas climalteranti, fra cui si ricorda il taglio del 10% a partire dall’anno 2020 dei sussidi ai carburanti base fossile, nei settori, tra gli altri, agricolo e trasporto, oppure l’ecobonus per chi rottama un’auto dalla classe Euro 4 in giù, oppure lo sconto del 20% su detersivi ed alimentari sfusi con l’obiettivo di ridurre la produzione dei rifiuti conseguente al minore utilizzo di imballaggio per contenere gli stessi.

A prescindere dalla bontà delle misure proposte, gli ostacoli maggiori per l’estensore dell’atto, il ministro dell’ambiente, generale Sergio Costa, sono stati riscontrati sul piano della ricerca dei fondi necessari a sostenerle, con riferimento all’ipotesi di reperire il finanziamento necessario a partire dai proventi dell’emission trading system (ets).

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