Prosegue la procedura di adozione del PNIEC, Piano nazionale per l’energia e per il clima, da parte dell’Italia. Il documento, che deve essere sottoposto a procedura di valutazione ambientale strategica (VAS), è stato analizzato da Ministero dell’Ambiente (MATTM), che ha espresso rilievi in merito agli obiettivi, e Ministero dei beni e delle attività culturali (Mibact), il quale ha richiesto una maggiore precisazione in termini di norme autorizzative e localizzazioni degli impianti.
Che cos’è il PNIEC
Il PNIEC consiste in una pianificazione che l’Italia, al pari di tutti gli Stati membri della Comunità europea deve predisporre al fine di indicare quali sono le misure e le politiche in tema di energia e clima che politiche e le misure finalizzate al raggiungimento degli obiettivi europei per il 2030, mantenendosi in linea con il progetto dell’Energy Union della Commissione Europea. Coerentemente con questa visione, l’Italia intende affrontare i temi relativi a energia e clima in modo integrato, e condivide l’approccio olistico proposto dal Regolamento Governance, che mira a una strategia organica e sinergica sulle cinque dimensioni dell’energia.
È stato congiuntamente predisposto da tre Ministeri, quello dello Sviluppo Economico, quello dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, e quello delle Infrastrutture e dei Trasporti, ed individua, così come indicato nel testo predisposto, diversi obiettivi, con riferimento a quello di:
- accelerare il percorso di decarbonizzazione, considerando il 2030 come una tappa intermedia verso una decarbonizzazione profonda del settore energetico entro il 2050;
- mettere il cittadino e le imprese (in particolare piccole e medie) al centro, in modo che siano protagonisti e beneficiari della trasformazione energetica e non solo soggetti finanziatori delle politiche attive[1];
- favorire l’evoluzione del sistema energetico, in particolare nel settore elettrico, da un assetto centralizzato a uno distribuito basato prevalentemente sulle fonti rinnovabili, adottando misure che migliorino la capacità delle stesse rinnovabili di contribuire alla sicurezza e, allo stesso tempo, favorendo assetti, infrastrutture e regole di mercato che a loro volta contribuiscano all’integrazione delle rinnovabili;
- continuare a garantire adeguati approvvigionamenti delle fonti convenzionali, perseguendo la sicurezza e la continuità della fornitura, con la consapevolezza del progressivo calo di fabbisogno di tali fonti convenzionali, sia per la crescita delle rinnovabili che per l’efficienza energetica;
- promuovere l’efficienza energetica in tutti i settori, come strumento per la tutela dell’ambiente, il miglioramento della sicurezza energetica e la riduzione della spesa energetica per famiglie e imprese;
- promuovere l’elettrificazione dei consumi, in particolare nel settore civile e nei trasporti, come strumento per migliorare anche la qualità dell’aria e dell’ambiente;
- accompagnare l’evoluzione del sistema energetico con attività di ricerca e innovazione che, in coerenza con gli orientamenti europei e con le necessità della decarbonizzazione profonda, sviluppino soluzioni idonee a promuovere la sostenibilità, la sicurezza, la continuità e l’economicità delle forniture – comprese quelle per l’accumulo di lungo periodo dell’energia rinnovabile – e favoriscano il riorientamento del sistema produttivo verso processi e prodotti a basso impatto di emissioni carbonio che trovino opportunità anche nella domanda indotta da altre misure di sostegno;
- continuare il processo di integrazione del sistema energetico nazionale in quello dell’Unione
- adottare, anche a seguito dello svolgimento della Valutazione Ambientale Strategica, obiettivi e misure che riducano i potenziali impatti negativi della trasformazione energetica su altri obiettivi parimenti rilevanti, quali la qualità dell’aria e dei corpi idrici, il contenimento del consumo di suolo e la tutela del paesaggio;
Le valutazioni del Ministero dell’Ambiente
In merito a quanto sin qui prodotto il MATTM richiede che, prima della sua approvazione, il Piano debba essere arricchito con un’analisi della relazione le misure previste, gli obiettivi e i target di riferimento assunti (c.d. “analisi di coerenza interna”), e la Dichiarazione dovrà individuare l’efficacia delle singole misure in relazione agli obiettivi espressi, gli obiettivi per ciascun set di misure in esso individuate, un set di potenziali misure correttive, anche di tipo preventivo[2].
A tal fine la Commissione Via-Vas interna al MATTM ha puntualizzato che il piano di monitoraggio dovrà essere implementato con una sezione relativa al monitoraggio dell’efficacia del Piano, con una sezione relativa all’effettivo rispetto dei criteri ambientali individuati e con le reali modalità di attuazione dei criteri individuati in sede di approvazione del Piano e ritenuti efficaci per le singole azioni, predisponendo, con cadenza quinquennale, i risultati della sua applicazione.
Le valutazioni del Mibact
Di contro il Ministero dei beni e delle attività culturali non contesta la mancanza di un analisi su misure, obiettivi e target di riferimento del PNIEC, ma, soffermandosi sugli aspetti di competenza, lamenta una carenza di attenzione sulle “componenti” paesaggio e patrimonio culturale, poiché il piano si configurerebbe soprattutto come strategia a lungo termine piuttosto che come atto di pianificazione che dovrebbe prevedere misure e criteri localizzativi sulla base delle effettive condizioni territoriali e ambientali, espresse almeno a scala regionale e per le infrastrutture più importanti. La conseguenza, per il MIBACT sarebbe quella di limitare la capacità valutativa, consentendo solo delle considerazioni generali in merito ai potenziali impatti sulle componenti di interesse del Dicastero.
Inoltre nelle procedure di autorizzazione, si sottolinea come, in modo ricorrente, un singolo impianto venga sottoposto a valutazione, senza prendere in considerazione adeguatamente eventuali altri impianti già autorizzati nello stesso contesto territoriale, o sufficiente considerazione di quelli in esso già presenti: ciò rende assai difficoltosa la necessaria e fondamentale valutazione degli effetti cumulativi.
Sul punto le raccomandazioni sono quelle di privilegiare misure/azioni che escludano nuovo consumo di suolo seminaturale, incolto o agricolo e si raccomanda di evitare scelte che comportino frammentazione, semplificazione e banalizzazione del paesaggio con l’alterazione/compromissione delle principali visuali e degli elementi qualificanti e connotativi degli ambiti tutelati, privilegiando pertanto fin da subito soluzioni progettuali che riducano quanto più possibile gli impatti negativi sul paesaggio. Nel caso sia prevista la dismissione di infrastrutture energetiche c/o di impianti obsoleti, si suggerisce di prevedere misure/azioni per il recupero e la riqualificazione dei caratteri culturali e paesaggistici dei luoghi interessati da dette dismissioni.
[1] Coerentemente con questa visione, l’Italia intende affrontare i temi relativi a energia e clima in modo integrato, e condivide l’approccio olistico proposto dal Regolamento Governance, che mira a una strategia organica e sinergica sulle cinque dimensione dell’energia.
[2] Ovvero possibili mitigazioni o compensazioni, che, qualora necessarie, potranno essere applicate alle azioni attuative del PNIEC, qualora dovessero presentarsi potenziali effettivi negativi sull’ambiente a seguito della loro attuazione.